Parrocchia San Giacomo Apostolo - Basilica B.V. della Navicella - Chioggia


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Temi dei canti

TEMI DEI CANTI DA SCEGLIERE PER LA SANTA MESSA


I canti da inserire in una Santa Messa è bene che tengano presente il tema della Domenica, i temi delle Letture, il periodo liturgico in cui ci si trova, l’eventuale celebrazione particolare (es. amministrazione di sacramenti), le capacità di chi guida il canto, le capacità e le conoscenze dell’assemblea.
Quando si scelgono i canti è importante tener presente il momento della S. Messa in cui vorremmo cantarli.
Dovremo pensare bene alle parole che esprimono, al tipo di melodia, di ritmo.
Dobbiamo tener presente del tempo necessario per accompagnare ciascun momento per evitare di lasciare un inutile o triste silenzio. Allo stesso modo dobbiamo essere in grado di “tagliare” un canto senza voler fare per forza tutte le strofe esistenti, se questo sfora dal rito in questione.
Insomma, cantare a Messa non è una cosa da improvvisare 5 minuti prima o durante la Messa stessa. E’ un servizio, un ministero, e come tale va svolto da persone che abbiano voglia di crescere nella formazione, per poter offrire qualcosa che aiuti l’assemblea nella preghiera. Un canto o una cantoria improvvisata possono avere effetto addirittura contrario, generare distrazione tra i cantori e all’assemblea.
Una Messa cantata è un meraviglioso arricchimento della Liturgia, anzi, un completamento, un tutt’uno che per essere tale deve davvero diventare uno, esprimere gli stessi concetti, le stesse emozioni. I canti non sono la colonna sonora della S. Messa e non devono essere quelli che piacciono al musicista del momento.
Comunque è importante lasciare alcuni momenti di silenzio. Non occorre affollare di canti tutta la celebrazione.
Bisogna fare anche una opportuna distinzione tra “musica religiosa” e “musica liturgica”, tra musica o canti che si eseguono durante un incontro o veglia di preghiera, una riunione giovanile, un momento di riflessione, in tutti quei casi che non comportano un’azione liturgica vera e propria, e canti che, eseguiti durante una celebrazione, vanno “armonizzati” con i momenti dell’azione liturgica e devono essere in sintonia con il significato e le finalità di essi.
«I testi del canto sacro devono essere conformi alla dottrina cattolica; anzi devono essere presi di preferenza dalla Sacra Scrittura e dalle fonti liturgiche» (SC 121).
Come tutto quello che concerne la celebrazione liturgica, anche per il canto, la Chiesa, nel corso degli anni, ha redatto alcuni documenti (firmati da Papi) dove vengono delineate le caratteristiche del canto liturgico.
Cercando di riassumere al massimo, possiamo dire che il canto ufficiale della Chiesa è il Gregoriano e lo strumento per eccellenza è l’organo. Vengono “tollerati” anche altri generi musicali e altri strumenti, ma devono essere cantati e suonati bene. I canti dovrebbero essere di un certo tipo, soddisfare certe esigenze.
Insomma, dobbiamo essere sempre più consapevoli che per essere CHIESA (Una, Santa, Cattolica, Apostolica) dovremmo cercare di fare le cose che i nostri pastori ci indicano.
Questo significa rendere consapevoli coloro che cantano e suonano di far parte di una Chiesa e di cercare di offrire un servizio alla propria Parrocchia che tenga conto delle diverse esigenze dell’assemblea riunita per la S. Messa.
Nella scelta dei canti è bene tener presente ancora un parametro: i canti da non inserire nella S. Messa.
La S. Messa è il momento più intimo in cui incontro Gesù, principio e fine di tutto.
Tutto il nostro pensiero deve essere rivolto a Lui.
Per questo motivo è bene NON cantare parole che esprimono concetti diversi o testi teologicamente non corretti.
Le preghiere ufficiali della S. Messa (Gloria, Santo, Padre nostro, Agnello di Dio) dovrebbero essere cantate nel loro testo ufficiale, senza “abbellimenti” o variazioni del testo stesso.
In particolare dovremmo pensare a quei canti che esprimono concetti, sì positivi, ma non unicamente legati alla nostra espressione di Fede. Il buonismo fine a se stesso, l’amore per la natura, concetti di morale umana, di non-violenza sono concetti condivisi dalla nostra Fede, ma sono regole morali di qualsiasi religione, non nominano o ci parlano di Dio.
Non bisognerebbe neanche cantare qualsiasi canto che derivi dal repertorio di musica leggera, da spettacoli, da film, anche se di ispirazione cristiano cattolica perché inevitabilmente distolgono il pensiero riportandolo al contesto origine del brano. Cerchiamo di evitare anche i canti in altre lingue.
Esistono migliaia e migliaia di canti, proviamo a documentarci e a scegliere con consapevolezza.
Cercando di dare un piccolo contributo per scegliere il canto giusto per ciascun momento della celebrazione eucaristica, proviamo ad elencare una serie di indicazioni che dovrebbero aiutarci in questo compito.

INGRESSO (Introito)

Il canto di Ingresso dovrebbe essere piuttosto solenne, gioioso. Esprimere il concetto di radunarsi intorno a Gesù, di ritrovarsi insieme, di santificare la Festa. “Dà il tono” del giorno o della festa.
E’ importante accordarsi prima col Celebrante per definire i riti di ingresso e quindi i tempi necessari da accompagnare col canto.

SIGNORE PIETA’ (Kyrie eleison)

E’ il canto con il quale i fedeli “acclamano il loro Signore e ne implorano la misericordia”.
Questo canto, attualmente situato all’inizio della Messa, come un rito penitenziale, prepara i fedeli alla celebrazione. Solitamente si preferisce recitare.

GLORIA

Il Gloria è un inno antichissimo con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l'Agnello. Il testo di questo inno non può essere sostituito con un altro.
Il Gloria ha un testo piuttosto lungo e difficile da rinchiudere in una melodia. Per sua natura non ha una forma salmodica per cui sarebbe bene evitare i canti che, a mo’ di ritornello, ripetono di tanto in tanto, frasi tipo “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Sicuramente dovrebbe avere una melodia piuttosto solenne e gioiosa.
Ricordiamo che il Gloria NON si canta in Avvento e in Quaresima
SALMO RESPONSORIALE (Graduale)
E’ usato molto poco, ma dobbiamo ricordare che i Salmi, sono il canzoniere della Bibbia.
Le diverse traduzioni hanno sicuramente annullato, anche in italiano, la ritmicità originale, le consonanze, la metrica, le rime,… In ogni caso è cosa buona provare a cantare, se non tutto il Salmo, almeno il Ritornello, con melodie semplici, che anche l’assemblea possa cantare.

ALLELUIA

Anche l’Alleluia è un canto gioioso, la melodia deve essere dirompente, coinvolgente.
Stiamo acclamando a Dio per il dono della Sua Parola (La traduzione letterale di questa parola ebrea è “Lodate il Signore”). Esistono decine e decine di Alleluia, anche semplici da cantare.
Sarà importante tener conto della frase che la Liturgia del giorno indica. Non è certo una frasetta messa lì a caso, ma rientra nel quadro generale della Messa. Per cui, cerchiamo un Alleluia che riprenda quella frase. Eventualmente possiamo anche pensare di sostituire ad un Alleluia conosciuto il versetto del giorno, stando ben attenti alla metrica del brano.
Ricordiamo che l’Alleluia NON si canta in Quaresima, ma viene sostituito con il canto “Lode a Te, o Cristo”. L’alleluia può essere ripetuto al termine della proclamazione evangelica

CREDO

Il Credo è un canto piuttosto complicato da eseguire perché piuttosto lungo nel testo e difficilmente riconducibile ad una metrica musicale. Solitamente si preferisce recitare.

OFFERTORIO

Il canto di Offertorio dovrebbe essere un canto dolce, tranquillo, anche riflessivo, dove viene espresso tutto il concetto dell’Offerta. Gesù che si dona per noi, che si fa pane, che si fa vino offerto sull’altare o anche l’offerta di ciascuno di noi.

SANTO

Il canto del Santo è un canto molto gioioso. Per rispettare una formula legata alla tradizione, il canto del Santo dovrebbe cantare tre volte la parola “Santo”. Anche di questo ne esistono moltissime versioni. Sarebbe simpatico pensare sempre alle persone che con noi partecipano alla S. Messa e diversificare la scelta per cercare di far sentire questo canto come espressione di tutti e non solo dei giovani.

PADRE NOSTRO

Il Padre nostro è un canto sicuramente molto dolce e coinvolgente. E’ bene essere sempre in accordo con il Celebrante, perché spesso chi celebra preferisce che sia l’assemblea a recitarlo.

SEGNO DELLA PACE

Anche il Segno della Pace va concordato bene con il celebrante perché il momento di scambio della pace può essere un gesto da pochi secondi o prolungarsi anche per alcuni minuti e bisogna essere pronti ad accompagnare il tempo necessario.

AGNELLO DI DIO
L’Agnello di Dio è un canto che si usa poco cantare. Per vicinanza può entrare in “conflitto” col Segno della Pace. Sarebbe bene rivalutarlo, ma sempre in accordo col celebrante, che potrebbe preferire recitarlo con l’assemblea.

COMUNIONE

Il canto di Comunione sarà sicuramente un canto dolce. Un canto che favorisca l’incontro di ciascuno con Gesù Eucaristia e l'unione spirituale di coloro che si comunicano.
Non può essere un canto ritmato o “chiassoso”. Quindi saranno da prediligere temi che indichino, il donarsi reciproco, la volontà di cambiare vita, di gioire intimamente dell’incontro con Gesù,…
Secondo un’antica tradizione liturgica, dovrebbe riprendere il messaggio proposto nel vangelo, finalizzato ad esprimere il concetto dell’offerta in cibo dello stesso Cristo “nel segno della parola e del pane”.
Se il momento della comunione si protrae a lungo, si dovrebbe prevedere un secondo canto detto canto di Ringraziamento.
Vorremmo sottolineare un aspetto troppo spesso trascurato: la Comunione del Celebrante. Il Celebrante è un fedele come tutti che, come tutti, incontra Gesù nell’Eucarestia. E’ il suo momento. Il momento della Comunione inizia con la sua Comunione. Pertanto il canto di Comunione dovrà iniziare immediatamente.
Restare in silenzio durante la Comunione del Celebrante non è un segno di rispetto per qualcosa di molto importante (la Comunione di ciascuno è parimenti importante), ma piuttosto una mancanza “inutile” di accompagnamento.

FINALE

Il canto finale potrà essere un canto gioioso e maestoso. Dovrà indicare la volontà di partire con una nuova forza nel cuore, la gioia di vivere nel Signore, la gioia di vivere in modo nuovo con i fratelli, il dar gloria a Dio.

CANTO A MARIA
Tante volte i sacerdoti chiedono che venga inserito un canto a Maria. Non dobbiamo dimenticare che la S. Messa è un momento unico di rapporto con Gesù. Il canto a Maria può essere fatto come canto finale. Nelle festività mariane può essere a tema mariano anche il canto iniziale.

FESTIVITA’ IN ONORE DI SANTI
Anche in questo caso può essere fatto un canto dedicato al Santo in questione come canto finale.
Da non molti anni, la Chiesa ha approvato una raccolta di canti intitolata “Nella Casa del Padre”.
In questa raccolta sono presenti moltissimi (più di 700) canti “popolari”, solitamente in italiano. Sono tutti canti approvati, selezionati per “aprire” il fronte dei canti ufficiali che (come si è già detto) vede il gregoriano e un certo repertorio di polifonia classica come unico canto riconosciuto dalla Chiesa.
E’ una raccolta troppo spesso ignorata da chi organizza i canti.
A partire circa dagli anni Settanta sono comparse, nello scenario nazionale, moltissime proposte di canti “liturgici” che sempre più soddisfano il desiderio musicale dei giovani. Singoli cantautori, gruppi si sono cimentati nella produzione di questi canti.
Nomi quali Machetta, Giombini, Cento, Gen Rosso, Gen Verde, RNS sono tra i più ricorrenti senza dimenticare i tantissimi cantautori più recenti (Buttazzo, Migani, Ricci, Sequeri, Comi, Baggio sono i più gettonati nelle liturgie animate dai giovani). Esistono inoltre nomi quali Frisina, Galliano, Parisi che producono musiche un po’ più “classiche”.
Nel 2000 la
Commissione Episcopale della CEI per la liturgia ha annunciato il Repertorio nazionale di canti per la liturgia, una chiara proposta di canti approvati per l’accompagnamento dei più diversi momenti liturgici.
Attenzione, però: scegliete sempre il canto più adatto al momento che dovete accompagnare col canto, non tutte le canzoni che parlano di Dio vanno bene in assoluto.
Sempre per il discorso già evidenziato della competenza del proprio servizio, sarà necessario che i musicisti siano competenti e disponibili a crescere costantemente nelle conoscenze di teoria musicale e pratiche del proprio strumento.
Anche un sacerdote, con tutti gli anni di studio che ha alle spalle, continua a tenersi aggiornato, a studiare, a prepararsi gli incontri per poter offrire sempre il meglio e sempre qualcosa di più.
Per quanto riguarda il settore giovanile, non è difficile trovare persone esperte disponibili ad insegnare teoria e tecniche. E’ tempo sicuramente speso bene.
Un altro “male” da tenere bene in considerazione è la disponibilità di testi con accordi che offrono i più diversi siti parrocchiali e non. Tante volte si trovano accordi molti strani e diversi dall’originale o anche accordi sbagliati.
Bisogna fare molta attenzione, confrontare gli accordi di più siti e fidarsi solo di spartiti originali con le indicazioni degli accordi. In ogni caso l’esperienza di qualche esperto sarà fondamentale.
Attenzione a quei canti con accordi troppo semplici: potrebbero essere stati semplificati per portarli alla portata di “tutti”, alterando però una corretta esecuzione del brano. Accordi complessi (quelli con aggiunta di #, b o aggiunta di numeri o note al basso) sono semplicemente nuove posizioni da memorizzare, ma anche concetti teorici da assimilare.
Per concludere è importante sottolineare ancora un aspetto che riguarda i giovani.
Come si è detto, la Chiesa ufficialmente si esprime, nel canto, con il canto gregoriano, con canti spesso in latino. E’ anche, o forse soprattutto, quella la Chiesa che abitualmente troviamo nelle nostre liturgie, che incontriamo e incontreremo nella nostra vita, non solo quella che proponiamo nelle “nostre” Messe animate dai giovani. Essere consapevoli della ricchezza della famiglia della Chiesa dovrebbe essere uno stimolo per tutti a conoscere e a partecipare a qualsiasi espressione musicale.
E’ sempre molto triste vedere, nelle diverse liturgie, dei giovani che, in certi casi, cantano, suonano, battono le mani, mentre se partecipano a celebrazioni più “solenni” sono in un angolo, non cantano e spesso addirittura chiacchierano distrattamente.
Il “valore” della S. Messa è lo stesso, la partecipazione deve essere la stessa e invece spesso si vede o giovani che cantano e seguono con entusiasmo o giovani distratti e assenti.
Ma perché i giovani sono portati a questo atteggiamento ? Forse perché nessuno li ha educati anche a queste forme musicali ? Forse perché, per accattivare la loro partecipazione, si sono educati con canti ritmati, gioiosi, animati trascurando completamente la cultura musicale religiosa della Chiesa? Ma questo favorisce l’educazione all’inserimento dei giovani cristiani nella famiglia e nella vita religiosa o forse li rende emarginati nella propria ricerca di una Chiesa che, oggi, si muove su binari diversi?


BUON LAVORO A TUTTI !


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